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'compendio-de-le-istorie-del-regno-di-napoli-di-pandolfo-collenuccio-pagt'
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Non mi curerò in questo loco versarmi ne le laudi del regno, in voler narrare quanto el sia in molte sue parti ameno, dilettevole e salubre, quanto opportuno a le cose marine, quanto fertile e opulento di tutte le cose che a la vita de li uomini sono necessarie, essendone tutti i libri (oltre la evidenza) pieni; cagione forse perché tanto da molti sia sempre stato desiderato, e da li suoi abitatori, per troppo copia e ubertá, sí spesso messo in travagli e turbolenze di guerre: per la qual cagione, da poi che memoria di scritture latine e greche si trova, sempre le nazioni esterne si sono ingegnate occuparlo, e li nuovi abitatori, cacciando li vecchi, l'hanno usurpato. Sí come, de' vetustissimi parlando, li enotrii, i pelasgi, li ausonii, li aurunci, li etrusci, li osci, li opici, li nomi de' quali la vetustá da le menti de li uomini ha giá cancellato; oltra i liburni, che sopra la riva del Tronto edificorno giá una cittá di quel nome che ora è estinta, e oltra li illirii, de li quali essendo passati in Puglia nove giovini con nove donzelle, detti ora pediculi e ora peucezi, in spazio di tempo di loro produsseno in quelle regioni tredici popoli, tra li quali Bari e Iovenazzo ancor furono; sí come ancor quelli, di chi fresca e recente memoria insino a questo tempo si serva, e noi nel processo demonstraremo, i quali lo hanno per simil modo occupato, come greci, goti, longobardi, saracini, normanni, germani, francesi, spagnoli: in modo che veramente si può estimare che niuno al dí d'oggi del detto regno sia ingenito, né che famiglia o popolo alcuno per antica origine di quello sia nativo, ma piuttosto da esterna gente e nazione tutti discesi.
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Tronto Puglia Bari Iovenazzo
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