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Totila movendo con tre mila cavalli assaltò questi seicento e preseli e occise; e de' dui loro capi, Fassa dopo molte mirabil prove combattendo fu morto, Barbazione con dui compagni solamente fuggí. Assediò poi Totila Rosciano, nel quale erano trecento cavalli mandati da Giovanni e cento fanti da Belisario; non potendo essere soccorsi per fortuna di mare e altri casi adversi, a Totila si rendetteno, né altro di loro vi perí che Colligerio loro prefetto, che avea denegato l'accordo. Solo costui lo fece Totila frustare, e tagliarli il naso, e poi occidere; li altri parte senz'arme se n'andorno, e la maggior parte per non perdere il suo, a stipendio con Totila rimase. E Rosciano, salve le persone, in preda a li goti fu concesso. In questo mezzo Perosa non essendo soccorsa a' goti si diede e Belisario a Constantinopoli fu revocato; e Totila lasciata la Calabria, a lo assedio di Roma la terza volta ne venne, la quale dappoi lungo assedio per tradimento prese e umanamente trattò.
Deliberando poi Totila recuperare Sicilia, per via di terra pervenne a Regio in terra di Bruzzi, il quale era in guardia di Teramondo e Amereo capitani lasciati in quel loco da Belisario; e avendo Totila tentato di espugnarlo e non potendo, lasciò parte de li suoi goti a l'assedio, e lui a Taranto se n'andò e per forza lo prese: e in quel mezzo per mancamento di vittuaglie li predetti capitani ancor Regio a' goti rendetteno. Cosí Totila passato in Sicilia, tutto il regno di Napoli ebbe in suo dominio, eccetto Otranto, che sempre ne la fede de l'imperio perseverò, et eccetto Cotrone, il quale nondimeno assediato da' goti si stava.
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