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'compendio-de-le-istorie-del-regno-di-napoli-di-pandolfo-collenuccio-pagt'
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Niceforo, che nuovo era ne l'imperio, non avendo altro aiuto, ricorse a' veneziani, i quali sempre la parte de li imperatori greci seguitavano. Loro con potente armata a soccorso li mandorno Domenico Silvio loro duce, il quale venuto a le mani con Roberto per battaglia navale, non senza molta effusione di sangue de li suoi propri, al fin ruppe Roberto. Continuava nondimeno l'assedio da terra, del quale era a capo Boemondo; e Roberto tornato in Italia e riparata l'armata, lasciando il Diocrisio in Puglia, tornò a l'assedio di Durazzo. Niceforo in quel mezzo volendo soccorrere Durazzo, aveva commesso a Alessio Comino suo capitano, del quale molto si fidava, che di greci e traci e saracini e turchi condotti a stipendio facesse in Adrianopoli un esercito e con quello ne andasse al soccorso di Durazzo. Alessio perfido, fatto un grosso esercito e fattoselo amico con prometterli Constantinopoli in preda, lasciando l'impresa di Durazzo, lo menò a Constantinopoli e per prodizione di un capo di squadra di Niceforo di nazione alemanno, chiamato Ammone, avuta una porta chiamata dei Bulgari, entrò ne la terra e quella miseramente saccheggiata, si fece imperatore. Niceforo, che in Santa Sofia si era ridotto, impetrato che ebbe per grazia la vita, fu tosato e fatto monaco. Cessata la direpzione di Constantinopoli, Alessio, per dimostrare che tal cosa era avvenuta per l'avarizia di Niceforo, non per ambizione sua, e per mitigare il popolo, fece suo consorte ne l'imperio Michele giovine figliuolo di Michele Diocrisio, poi con un esercito di settanta mila uomini, mandando innanzi Michele e lui seguitando, vennero a Durazzo.
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