Roberto e Boemondo sentendo che i greci volevano fare fatto d'arme per terra e per acqua, li vennero incontro e feceno le spianate per la battaglia, la quale fu atrocissima e di gran sangue, e finalmente furono vincitori Roberto e Boemondo. Michele fu morto e Alessio con le reliquie de l'esercito lacerato e rotto si fuggí: per la qual cosa Durazzo disperato di soccorso a Roberto si rendette, e a l'esempio di Durazzo molte altre terre.
      In questo mezzo che Roberto in Dalmazia guerreggiava, Roggero suo figliuolo locotenente in Italia, intendendo che Ascoli cittá di Puglia tentava di rebellarsi, li andň a campo e finalmente presa, saccomannata e bruciata, da' fondamenti la spianň.
      Enrico IV imperatore, persecutore di Gregorio VII pontefice, mentre che Roberto era in Dalmazia, era venuto a Roma et entrato ne la cittá Leonina stando al palazzo di San Piero, tutti li edifici di Roma ruinava e la terra in tal modo assediata teneva, che in grandissima fame e carestia era condotta. Il che intendendo per lettere e messi del papa, Roberto, lasciato in Dalmazia Boemondo, se ne venne con celeritá in Italia e fatto un grossissimo esercito per la via Latina si inviň verso Roma; giunto a Ceperano mandň a dire ad Enrico che sotto pena de la vita si levasse da Roma e da tutto il suo territorio. Enrico impaurito e raccomandata la terra a' cittadini di Roma che la venuta di Roberto non sapevano, levň dal Capitolio li suoi Germani, lasciandolo abbruciato; e con tanta celeritá e furia si partí da Roma, che in un dí medesimo arrivorno a Siena lui, e a porta Latina di Roma Roberto.