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'compendio-de-le-istorie-del-regno-di-napoli-di-pandolfo-collenuccio-pagt'
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In questo mezzo Roggero avea preso Capua per forza, et essendo le cose di Roma tutte in tumulto e per discordie conquassate, tanto occupò de le terre de la Chiesa, che tutti li lochi che erano da Tibure e da Velletri in giuso verso il regno di Napoli a Roggero si detteno in governo, conoscendo apertamente loro non poter essere bene da' romani governati, i quali se medesimi governar non sapevano. Per la qual cagione ancora Urbano II avendo poca fede ne' romani, levatosi da loro, con li cardinali e con la maggior parte del clero a Melfi in Puglia si condusse.
Boemondo riposato l'esercito e posto in ordine ogni cosa necessaria a la guerra, movendo da Otranto andò a ritrovare Roggero suo fratello, il quale preparato ancor lui lo aspettava a Farneto loco di Benevento. Feciono insieme li due fratelli gran fatto d'arme, ma con poco sangue; imperocché li capitani loro, i quali erano stati servitori di Roberto lor padre e i due virtuosi fratelli egualmente amavano, non lasciorono incrudelire la battaglia, anzi tanto operorno, che in mezzo la pugna rimaseno d'accordo che Boemondo avesse una parte de le terre di Puglia e Roggero ritenesse il titolo del ducato col resto de le cittá che il padre aveva tenuto.
Fatta la pace, Roggero andò a Melfi e fatta la fedeltá ad Urbano impetrò la confermazione del ducato di Puglia e di tutta la successione del padre; poi partito Urbano, con potente esercito passò in Sicilia, e prese Siracusa, ove tolse per donna Ala figliuola di Roberto Frisone conte di Fiandra, de la quale poi ebbe un figliuolo chiamato Guglielmo.
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