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      Essendo assediata Roma da Federico Barbarossa, mandò ad Alessandro III pontefice un gran numero di denari e due galee, acciò che a' suoi bisogni, o per difensione o per fuga, se ne potesse valere; e Alessandro accettò li denari, li quali divise tra la famiglia de' Frangipane e li figliuoli di Pier Leone, che erano sopra la guardia de le porte e de la terra, e le due galee rimandò a Guglielmo insieme con due cardinali, li quali avessino a pigliar consiglio da lui a la giornata, come si avesse a governare. E per suo consiglio si fuggí da Roma e si ridusse a Benevento; fece lega con li veneziani per venti anni, né mai fu ragionato di pace che quelli che la trattavano non includessino sempre dentro il re Guglielmo. E quando Alessandro pontefice volse andare a Venezia per concordarsi col Barbarossa, il re Guglielmo a sue spese andandoli incontra con tutta la sua baronia e accompagnandolo insino a Vestie, cittá del Monte Sant'Angelo, con molti cavalli bianchi, i quali donò al papa per suo uso, li armò tredici galee ornatissime, con le quali il papa andando prima a l'isola de la Pelagosa e poi a l'isola di Lesena e di lí a Giara, a Venezia onorevolmente si condusse. E fatto lo accordo, Federico fece la pace a Guglielmo per quindici anni, avendo con tutti li altri suoi inimici fatto solamente tregua per sei; e Alessandro tornò a Siponto similmente da Guglielmo onorato, e per Troia, Benevento e San Germano si condusse ad Anagnia.
      Dipoi avendo Andronico greco perfidamente tolto l'imperio ad Emanuele pupillo, al quale lui era stato dato tutore, cacciò per sospetto da Constantinopoli tutti li italiani e quel che avevano il nome latino: per la qual cosa Guglielmo mosso da generosa indignazione deliberò punirlo, e fatta grossa armata per mare e per terra, prese Tessalonica, oggi detta Salonicco, e molte altre cittá di Grecia e di Tracia e molte ne guastò e ruinò. E non uscendo mai fuora Andronico contra Guglielmo per sospetto del popolo, al quale sapea esser odiosissimo, li constantinopolitani lo preseno e tagliorno in pezzi a membri a membri, e uno chiamato Isacco feceno imperatore, il quale fece pace e lega con Guglielmo; e se Lucio III pontefice romano non moriva, era ordinato che ambidui andassino a la impresa di Hierusalem.


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Compendio de le istorie del Regno di Napoli
di Pandolfo Collenuccio
pagine 444

   





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