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Finalmente avendo per loro discordie ricevuto molti danni e perdite li eserciti cristiani in Terra Santa, questo non fu stimato inferior a li altri, che 'l buon re Guglielmo ne l'anno 1189, essendo li cristiani a campo ad Acri, passò di questa vita a Palermo, con lacrime non solamente de li suoi popoli e sudditi, ma con universal dolore e mestizia di tutte le nazioni cristiane, avendo regnato ventiquattro anni e visso trentasette. Non lasciò dopo sé figliuolo alcuno, fu ne la chiesa maggior di Palermo sepolto e sopra il monumento scritto in effetto questo epitafio:
QUI IACE IL BUON RE GUGLIELMO.
Essendo adunque morto il buon re Guglielmo, parendo a Clemente III allora pontefice che il regno di Sicilia fusse recaduto a la Chiesa, deliberò recuperarlo per la Sede apostolica: la qual cosa intendendo li baroni del regno, o per amore che portassino a la memoria di Guglielmo e a la casa di Normandia, o per non essere subietti a' pontefici, che naturali signori non sono e poco sogliono curare la utilitá de li sudditi, oppur per potere meglio valersi de la loro tirannia, subito elesseno per loro re un figliuolo reputato bastardo giá di Roggero IV, chiamato Tancredo, il quale Guglielmo, non avendo figliuoli, aveva revocato di Grecia e come nato del suo sangue l'aveva in corte onoratamente tenuto; e avendo detto Tancredo un figlioletto chiamato Roggero ancora piccolino, lo fece intitolare re insieme con lui. Per la qual cosa avendo Clemente mandato l'esercito a la recuperazione del regno in Italia, tutta la Puglia e la Calabria mise sottosopra; imperocché volendo racquistarla, e Tancredo contraponendosi, ogni cosa fu di rapine involta e di incendi e di ruine.
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