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Ma non mancorno in questa infanzia e sotto tal governo le tribolazioni e movimenti nel regno; imperocché non essendo ancor finito l'anno de la morte di Enrico, Marquardo predetto, marchese di Ancona, cacciato di quella da Innocenzo III pontefice, pretendendosi bailo e tutore di Federico e del regno, sotto quel titolo entrò nel reame cercando veramente farsene signore: e molti popoli di Puglia con fraude e con parole, molti per forza, tirò al voler suo. Il che sentendo Constanza, il diffidò per inimico e ribelle, comandando a tutti li sudditi che lo avessino per inimico. E in questa turbazione accadette che Constanza infermata passò di questa vita e morendo raccomandò Federico, che tre anni aveva, ad Innocenzo pontefice e alla Sede apostolica. Innocenzo volentieri ne prese la cura e mandò prima in Sicilia un messer Gerardo diacono cardinale di Santo Adriano e dappo' lui un messer Gregorio da Galgano prete cardinale di Santa Maria in Portico suoi legati, i quali in sua vece governassino e amministrassino il regno di Federico, la qual cosa con ottima fede fu eseguita. Tentò Marquardo di corrompere il papa e indurlo a li suoi favori, pregandolo lo lasciasse occupare Palermo, e offeriva donarli venti mila once d'oro e farli omaggio; e acciò che il papa, facendolo, potesse pretendere escusazione onesta per avere giá tolto la tutela e la protezione del re e del regno, si offeriva dimonstrare per testimoni che Federico non era nato di Enrico e di Constanza, ma che era stato parto suppositizio.
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