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Non li riuscí la impresa, però che il prudente pontefice, reietta in tutto la sua iniquitá, lo fece cacciare per forza d'arme del reame, né mai di lui piú cosa alcuna si intese.
Filippo duca di Svevia e di Toscana, zio di Federico e tutore, non poteva assistere in questo mezzo al suo governo, occupato da maggior cure: imperocché essendo in discordia per la morte di Enrico predetto suo fratello li elettori de l'imperio, parte elesseno Ottone detto quarto duca di Sassonia, favorito dal papa e dal re d'Inghilterra, parte elesseno detto Filippo favorito dal re di Francia. Filippo dopo molte battaglie e avversitá fu morto a tradimento da Ottone di Vitilsbach conte palatino del Reno in una camera; e però non possette vacare a le cose del reame e del nepote. In questo mezzo adunque che 'l regno sotto il governo del locotenente e legato apostolico si stava e che Marquardo era cacciato del regno e Filippo occupato in Alemagna, una nuova perturbazione degna di notizia accadette nel regno di Napoli de la natura e modo che appresso scriveremo.
Sibilla, donna che fu di Tancredo normanno e madre di Guglielmo VI castrato, la quale dimostrammo di sopra esser stata mandata in Alemagna col detto figliuolo, morto Enrico VI, mentre stavano le cose del regno e de l'imperio ne le turbolenze predette, si partí con destro modo di Alemagna e con le sue figliuole venne a Roma al pontefice, dimostrandoli il regno di Sicilia di ragione appartenere a la sua prima figliuola per successione di Tancredo e di Guglielmo, e dimandògli aiuto a maritarla e restituirla nel regno.
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