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      Gregorio, a cui forse la troppa prosperitá di Federico non piaceva, non volse farlo, allegando che l'era d'accordo col soldano per utilitá sua propria e non per beneficio de' cristiani, e che ne le condizioni de la pace ovvero tregua avea lasciato di patto il Tempio al soldano, acciò che li saracini potessino adorare in esso Maumeth; il perché non solo non volse assolverlo, ma congregò di Lombardia e di Romagna un grosso esercito, il quale si chiamava la milizia di Cristo, de la quale era capo Tomaso predetto conte di Celano e Pandolfo Savello suo cubiculario, e ordinò che Giovanni re di Hierusalem, il quale era tornato in quei dí di Francia per passare in Soria, andasse con l'altre genti, e tutti entrassino nel reame di Napoli e lo ricuperassino per la Chiesa. Pandolfo prese il castel de l'Isola ne l'entrar del reame e Giovanni per opera di uno abbate ebbe la torre di Monte Cassino; e cosí entrorno nel reame e presono e accordorno terre assai, intanto che tutto quello era tra terra di Roma e Capua, con essa Capua, racquistorno a la Chiesa con somma letizia del papa. A l'altro esercito del conte di Celano, Ranaldo alemanno, il quale Federico aveva lasciato al governo del regno, e Anselmo di Iustino suo marescalco si opposeno ne la Marca di Ancona a Macerata e a la Ripa Transona e non lo lasciorno passare.
      Intendendo queste cose Federico e parendoli immeritamente riceverle, lasciato al governo di Hierusalem e di Iudea il suo siniscalco, partendo con due galee solamente, con somma celeritá tornò in Italia, e arrivato a Brundusio al fine di maggio 1229, stette a riposarsi a Barletta tre settimane, ove li venne incontra Corrado Guiscardo duca di Spoleto, e messisi insieme ambidui cacciorno Giovanni che era a campo a Caiazza; e avendo giá mandato in Alemagna per Corrado suo figliuolo e per Leopoldo duca d'Austria, con moltitudine grande di gente vennero in Puglia e ogni cosa in quindici dí racquistorno, eccetto Gaeta e la rocca di Sant'Agata e quella di Sora e quella di San Benedetto, la quale ebbe poco dappoi.


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Compendio de le istorie del Regno di Napoli
di Pandolfo Collenuccio
pagine 444

   





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