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      Li quali versi posti in rima vulgare, sí come in latino ancora son scritti in rima, dicono in questo modo:
     
      Tutti i prelati - che dal papa son chiamatie li tre suoi legati - a me vengan qui legati.
     
      La iattura de li ecclesiastici in fine fu grande; però che oltra li prelati fatti prigioni fu guadagnata una grandissima preda, e trovate tutte le scritture e lettere e macchinazioni contra Federico, le quali molto giustificavano la causa sua. Mandò il papa a Federico un priore di san Domenico per impetrare la liberazione de' prigioni; rispose Federico che non voleva farlo, non essendo cosa da uomo savio lo esaudire l'inimico, e per fin che il papa perseguitaria lui temporalmente, esso ancora temporalmente non cessaria mai perseguitar lui e li suoi: e cosí vacuo ne rimandò il priore. Poi composte le cose di Romagna, voltatosi a la via de la Marca accordò Pesaro e assediò Fano e miselo a saccomanno; andando poi nel ducato accordò Todi e saccheggiò Sangemini e Narni e andò a Riete, dove ebbe nuova che Tibure se li era data, ove andò con tutto l'esercito e di lí passò nel reame. Vedendo tanta ruina il papa l'agosto sequente questa vittoria, vinto da li anni e da l'affanno, passò di questa vita.
      Morto Gregorio IX, in suo loco fu creato Celestino IV, che fu milanese e visse in papato diciotto giorni. Vacò la Sede apostolica ventun mesi prima che l'altro pontefice fusse eletto, nel qual tempo essendo giá tornato nel reame Federico, venne con potente esercito a Roma contra li romani ribelli per la via de li acquedotti, facendo gran danni in fine in su le porte; ma mosso da le preghiere de' cardinali, i quali dicevano non poter fare legittima elezione fin che lui stava armato intorno a Roma e finché li dui cardinali, che erano a Melfi in prigione, non erano liberati, scrisse subito che fussino liberati con tutti li altri prigioni, e lui se ne tornò pacifico nel reame.


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Compendio de le istorie del Regno di Napoli
di Pandolfo Collenuccio
pagine 444

   





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