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'compendio-de-le-istorie-del-regno-di-napoli-di-pandolfo-collenuccio-pagt'
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E Federico suo nipote, figliuolo che fu giá del primogenito suo Enrico che morí in prigione, lo fece capitano sopra le genti d'arme dandoli mille uomini d'arme e mille balestrieri a cavallo e comandandoli che procedesse nel fatto de le guerre secondo il consiglio de li baroni, i quali lasciava al consiglio e governo del regno, e Federico suo figliuolo, principe di Antiochia, constituí capitano di Toscana e di Maremma insino al Ducato e la Marca e Romagna esclusivamente, e dichiarň Enzio re di Sardegna general legato di tutta Italia, come era prima, e Riccardo conte di Civita di Chieti, pur suo figliuolo, creň capitano generale ne la Marca, nel Ducato e in Romagna, deputando a tutti certo numero di gente d'arme; poi fece che tutti giurorno fedeltá e di bene esercitare li suoi offici, comandando a tutti li sudditi che li prestassino plenaria obedienza. Ordinate le cose in questa forma, disciolse la dieta e per la via che altre volte aveva fatto componendo le cose de le terre che aveano bisogno di riformazione, a Siena e Pisa e poi in ultimo a Cremona pervenne, e ivi si fermň.
Fermato in Cremona il suo proposito Federico di transferirsi personalmente a Lione per concordarsi col papa, fece una mirabil comitiva di uomini togati, letterati e militari tutti eccellenti, in tanto numero, che mai di alcuno imperatore si legge né antico né moderno facesse il simile; e con questa mosse da Cremona l'anno 1247 e andň a Torino, ove tenuta corte solenne e fatta una bellissima dieta, mandň onorati ambasciatori al re di Francia facendoli intendere la sua andata a Lione per impetrar pace e concordia dal pontefice.
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