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'compendio-de-le-istorie-del-regno-di-napoli-di-pandolfo-collenuccio-pagt'
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Venuta la novella al pontefice Innocenzo IV de la morte di Corrado e trovandosi in Perosa, oltra al debito che li pareva avere di recuperare lo stato ricaduto a la Chiesa, excito e promosso ancora da la importunitá di molti baroni e gentiluomini napolitani e regnicoli espulsi del regno, convocato in un subito un buon esercito di Lombardia, Toscana e terra di Roma, se ne andò in persona nel regno et entrò in Napoli, giá racconcie e fortificate le mura: ove quasi tutti li regnicoli andorno. E perché nel reame si trovavano alcuni parenti de la madre di Corradino, figliuolo che fu di Enrico primogenito di Federico II imperatore (il quale morí in prigione come dicemmo), li quali come tutori volevano intromettersi a governare il regno di Napoli, Manfredi per escluderli astutamente e per batterli, si era fatto de la parte del papa et erasi riconciliato con esso. Onde ancor lui con li altri baroni, come principe di Taranto, si trovò a Napoli a far reverenza al papa, al quale gran parte del regno si détte, e non è dubbio che facilmente era per recuperarlo tutto, se non che la morte vi si interpose; però che in quell'anno che fu 1254, essendo in Napoli, passò di questa vita e cosí furono tutti li disegni interrotti.
Il collegio de' cardinali, subito nel medesimo loco entrati in conclave, elesseno pontefice Alessandro IV, a li quali fu forza accelerare l'elezione, però che Bartolin Tavernaro, cognato che era stato di Innocenzo, creato da lui podestá di Napoli e allora preposto a la guardia del conclave, li sottrasse il cibo acciò che facessino piú presto, estimando, come poi successe, che Manfredi si ingegnaria turbare ogni cosa.
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