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A costui deliberò Urbano dare il regno di Sicilia citra et ultra il Faro, con questo che a le sue spese se l'acquistasse e lo riconoscesse da la Chiesa pagandone il debito censo. E cosí, fatto solenni lettere e bolle di tale elezione e investitura, ne l'anno 1262 per un cardinale legato per questo, le mandò a Carlo in Francia. Carlo consigliatosi col re Ludovico e con Roberto conte di Artois e Arnolfo conte di Pittiers suoi fratelli, e con Beatrice sua donna, la quale per aver tre sorelle regine, vedendosi contessa, molto infestò il marito ad accettare per venire ancor lei al titolo di regina, accettò la impresa e cominciò a mettersi in ordine con aiuto del re Lodovico e de li altri suoi fratelli, baroni e amici e de la sua donna ancora, la quale tutte le sue gioie impegnò e vendette per aiutarlo.
Intendendo queste cose Manfredi, oltra che si fortificasse nel regno, fece armare nel reame e a' genovesi e pisani piú di trenta galee, e in Lombardia fece condur gente dal marchese Palavicino suo parente e amico e a lui molto simile, acciò che quelle galee per mare e il Palavicino per terra ostassero al passar de' francesi nel regno di Napoli. In questo mezzo morí Urbano IV con opinione universale che tal morte avesse a disturbare l'impresa di Carlo, ma subito fu eletto a Viterbo Clemente IV, il quale era assente in legazione in Francia et era di nazione provenzale: il quale, intesa la elezione, venne subito in Italia e per sospetto de la provvisione di Manfredi, travestito da mercatante pervenne a Perosa, ove scopertosi fu da' cardinali con la corte solenne condotto a Viterbo, a niun'altra cosa piú attendendo che a la spedizione cominciata da Carlo d'Angiò contra Manfredi.
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