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      Imperocché venuti a le mani li ragazzi di dentro con quelli di fuora ne l'abbeverare dei cavalli con dirsi parole ingiuriose ne l'esaltar ciascuno li suoi, il campo francese dubitando d'altro si mise in arme e corse a rumore; e li primi furono il conte di Badamonte e messer Giovanni suo fratello, i quali cacciando li ragazzi ne la terra, insieme con loro vi entrorno dentro, e appresso di loro seguitò il conte Guido Guerra con li suoi guelfi, e combattendo virilmente poseno una bandiera su 'l muro. Il che vedendo il resto del campo si diede a la battaglia atrocissima con gran furore da piú parti de la terra, in modo che quelli che non aveano elmetti da battaglia smontavano da cavallo e con le selle in capo andavano sotto le mura. E un'altra disgrazia accadette ancora a la parte di Manfredi, che li saracini che erano a la difesa si portorono lentamente e infedelmente per una questione e un tumulto stato il di innanzi con li italiani, ove avevano loro avuto la peggiore. Per le quali cose tutte, in un subito la terra fu presa e molti se ne fuggirono e molti ne furno presi e molti morti: onde Carlo alcun di riposò ne la terra per intendere li andamenti di Manfredi.
      Preso San Germano, Manfredi con buon consiglio si ritirò a Benevento per poter impedire il passo a Carlo, che altra via non aveva d'andare a Napoli o in Puglia, e per avere in sua facoltá il pigliare o non pigliare fatto d'arme, essendo appresso una forte e grossa terra, e per potere ancora a sua posta ritirarsi in Puglia.


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Compendio de le istorie del Regno di Napoli
di Pandolfo Collenuccio
pagine 444

   





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