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      Del fine di Manfredi niuna certezza si aveva, ancora che Carlo grande inquisizione ne facesse fare, se non che '1 terzo dí, secondo alcuni, un villano il trovò e avendolo posto attraverso a un asino, andava gridando: - Ecco il re Manfredi! Per la qual cosa da un barone francese ebbe molte bastonate. Ma secondo altri scrittori piú verisimili, menando un piccardo il cavallo che fu di Manfredi a mano, che era molto bello ancorché fusse senza un occhio, fu riconosciuto da molti, e detto a Carlo, che fattosi venire il piccardo e il cavallo, li dimandò come l'aveva avuto e guadagnato: il piccardo li disse come e dove. Fu mandato nel loco e cercato tra quelli corpi e mandati prigioni che lo potevano conoscere, e fu ritrovato Manfredi in quel loco che il piccardo designò. E lavato tutto il corpo di vino, però ch'era di fango e di sangue tutto sordido, lo fece portare a la presenza de li baroni presi, che piú intrinseca notizia ne potevano avere, e dimandare se quello era il corpo di Manfredi. E rispondendo alcuni timidamente, il conte Giordano, e chi dice il conte Bartolomeo Semplice, come lo vide, subito il conobbe e levato un gran strido con infinite lacrime se li gittò addosso baciandolo e dicendo: - Ohimè, signor mio, signor buono, signor savio, chi ti ha cosí crudelmente tolto la vita? Vaso di filosofia, ornamento de la milizia, gloria de li re, perché mi è denegato un coltello da ammazzarmi per accompagnarti a la morte? - E dicendo molte parole tutte meste e lacrimevoli, le quali sono scritte da un autore venosino, a pena se li poteva levar da dosso.


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Compendio de le istorie del Regno di Napoli
di Pandolfo Collenuccio
pagine 444

   





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