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Li baroni e terre di Puglia, che a la fama de la venuta di Corradino nel regno erano rebellati, intesa la subita sua ruina, volendo poi rivoltarsi a Carlo né sapendo in che modo, reputandosi loro medesimi indegni di venia, cominciorno a tumultuare, e li baroni in diversi lochi a fortificarsi. Da l'altra parte li capitani e li officiali di Carlo tutti dati a la inquisizione e persecuzione loro ne la vita e ne la robba, ogni cosa miseno sottosopra, e di morte e di rapina riempirono la misera Puglia; in modo che non fu terra né castello in Puglia né in Basilicata, che non sentisse occisione e rapina de' suoi primati, eccetto quelle sopradette che non rebellorono, quantunque ancora alcune di esse, per avere accettato de li gentiluomini de l'altre terre che fuggivano, sentissino qualche danno. Lungo saria a raccontare particolarmente le miserie di tutte: di due sole piú notabilmente scellerate diremo per memoria. Potenza fu la prima, in Basilicata, la quale credendo con la perfidia ristorar la perfidia e acquistar grazia, levò il popolo in arme, e andando a casa de li gentiluomini primi de la terra, tutti li tagliorno a pezzi, e tra li altri estinseno due casate notabili, Grassinelli e Turrachi, e altri che lí erano ricorsi preseno, per gratificarsi a Carlo; né li giovò, imperocché fu saccheggiata e le mura buttate per terra.
Corneto, piccolo castel di Puglia soggetto a una abbazia di monachi negri, rebellò ne la venuta di Corradino, e diede li cavalli che aveva de' francesi in mano a li amici di Corradino; ora vinto Corradino, per ricoprire il loro fallo con un altro maggiore, feceno in questo modo.
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