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Andò con l'armata in Africa al soccorso del re Lodovico di Francia suo fratello, che assediava Tunisi di Barbaria; e il dí che arrivò in terra, Lodovico passò di questa vita. E credendo Carlo trovarlo infermo, come lo vide morto, si pose inginocchione e prostrato in terra orò brevemente a Dio; poi levato senza segno alcuno di mestizia, confortò l'esercito a stare di buon animo, e diedesi a continuare l'impresa. Fece dui fatti d'arme co' saracini: nel primo ne ammazzò tre mila, nel secondo li cacciò e mésseli a saccomanno il campo. Al fine, venuta la pestilenza in Tunisi e nel campo, feciono tregua per dieci anni con onorevoli condizioni: e tra le altre, che li saracini pagassino le spese di quella guerra e che a Carlo rispondessino ogni anno il tributo, il quale erano consueti a pagare al re di Sicilia. Il che fatto, Carlo se ne tornò nel reame, ove ne l'anno 1276 la damigella Maria, figliuola del principe di Antiochia, li rassegnò e détte tutte le ragioni che lei aveva nel regno di Hierusalem. E cosí fu coronato re di Hierusalem; e mandò in Soria per governatore del regno Roggero da San Severino, il quale pose officiali in nome di Carlo e ricevette la fedeltá e li giuramenti de l'omaggio da li cavalieri e baroni che erano ne la provincia, col favore ancora di Albertin Moresini bailo de' veneziani in Acri. E per questa ragione è da estimare che li successori di Carlo predetto, tutti insino a la seconda Giovanna de la quale diremo innanzi, e anche li altri re di Napoli si sono sempre intitolati re di Hierusalem.
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