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'compendio-de-le-istorie-del-regno-di-napoli-di-pandolfo-collenuccio-pagt'
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E fatta una gran battaglia, Roggero fu vincitore e prese nove galee e gran numero di baroni, e tra tutti Carlo principe di Salerno predetto, unigenito del re Carlo; e riservato lui con nove compagni, i quali elesse a suo arbitrio, tutti li altri prigioni furono mandati in Sicilia, e per vendetta de la morte di Corradino fu tagliata la testa a ducento gentiluomini e piú ne la cittá di Messina.
Il dí sequente de la sua cattura, il re Carlo, che tornava di Guascogna, arrivò a Gaeta con sessanta galee e tre navi grosse piene d'uomini d'arme e di cavalli, e lí intese la mala novella de la rotta e prigionia del figliuolo e che 'l popolo di Napoli giá faceva tumulto e gridava: - Mora Carlo e viva Roggero di Loria; - il perché, indignato de la levitá e infedeltá de' napolitani, andò irato a Napoli e non volse smontare al porto, ma sopra la chiesa del Carmine con intenzione di bruciare Napoli. E stette assai in questo pensiero; pur vinto da le preghiere del legato apostolico e di alcuni buoni e innocenti cittadini, perdonò a la terra: ma de li altri ne fece impiccare cento e cinquanta piú colpevoli di quello eccesso. Poi si diede con tutto il pensiere ad armare a Napoli e Brundusio per passare in Sicilia, e tanta armata fece che al tempo de l'autunno si ritrovò a Crotone 120 galee oltra li altri navigli; ma vedendosi venire l'inverno addosso e non avere vittuaglie né denari abbastanza, fece disarmare a Brundusio, con intenzione di uscir fuora potente a la primavera sequente, e in questo mezzo far provvisione a denari e vittuaglie opportunamente.
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