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'compendio-de-le-istorie-del-regno-di-napoli-di-pandolfo-collenuccio-pagt'
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Per la qual cosa Lodovico re di Ungaria, fratello del detto Andreasso, mosso da se medesimo e infiammato da molti che in Italia lo chiamavano a vendetta, fatto un potente esercito, passò nel regno di Napoli ne l'anno 1348; e benché la regina Giovanna li scrivesse molte cose a sua escusazione, nondimeno con una sua sola e breve lettera il re Lodovico li dimostrò di quanto momento fussino le sue escusazioni. La qual lettera ancor si trova e dice queste parole: lnordinata vita praecedens, retentio potestatis in regno, neglecta vindicta, vir alter susceplus et excusatio subsequuta, necis viri tui te probani fuisse participem et consortem. In lingua vulgare dice questa lettera: 'La disordinata vita precedente, la ritenzione del dominio nel regno, la vendetta non fatta, l'altro marito tolto e la escusazione sequente sono probazione che de la morte del tuo marito tu sei stata partecipe e consorte'.
Venuto nel regno Lodovico ungaro, prese per forza Sulmona, la quale ebbe ordine di resisterli, e quella acquistata, tutto il reame a la sua podestá si rendette. Onde la regina impaurita se ne fuggí in Provenza e drieto a lei Lodovico suo nuovo marito, lasciando in suo loco Carlo detto di Durazzo, il qual fu figliuolo di Gianni duca di Durazzo, fratello del re Roberto; e con tanto disfavore fuggirono la regina e il tarentino, che i fiorentini, molto richiesti da loro per l'antica amicizia con Francia e con la casa d'Angiò, non solamente non li volsono dare qualche aiuto e soccorso per paura de l'Ungaro, ma non volsono pur che entrassino in Fiorenza.
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