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      Conclusa in questo modo la cosa, li dui oratori si partirono e Alfonso rimase a l'impresa di Bonifacio con promissione di mandare a Napoli a eseguire quello era concluso.
      Stando adunque, come è detto di sopra, Luigi contra Napoli con l'armata, e Sforza a la torre di Resina con l'esercito, al fin di agosto giunseno a Napoli diciotto galee e quattro galeotte del re Alfonso, le quali portavano tre suoi degnissimi ambasciatori, Raimondo Periglia, Giovanni Moncada e Bernardo Santiglia: li quali con la regina feceno li capitoli de la figliazione di Alfonso e de la successione del regno di Napoli per pubblici instrumenti, e tolseno in loro potere, in nome di Alfonso, il Castel nuovo e Castel de l'Ovo, avendo in quel mezzo Sforza giá messo il re Luigi con le sue genti in Aversa e lui col campo essendosi posto al casale de le Fragole.
      Alfonso in questo mezzo avendo in modo stretto Bonifacio, che stava a' patti d'alcun dí di soccorso, circa l'ultimo giorno del termine, che era il primo di gennaro, i genovesi con sette galee sue grossissime, a' 28 di decembre, aiutati da un grandissimo vento, ruppeno per forza di urto le catene e ripari e ponti, con li quali avea Alfonso legato e rinchiuso il porto de la terra, e in quello entrando soccorseno Bonifacio, essendo capitano de l'armata Giovanni Fregoso, minor fratello di Tomaso Fregoso allora duce di Genova. Per la qual cosa lasciando Alfonso per allora l'impresa, con tutta l'armata se ne venne a Napoli al principio di novembre, ricevuto onoratissimamente a Castel de l'Ovo: ove smontando sopra un gran ponte che sporgeva in mare, fatto per questo sopra alcune galee vecchie, alcune tavole, o per esser mal composte o per il peso de la moltitudine, si ruppeno sotto li piedi di Alfonso, in modo che cadde ne la sentina d'una di quelle galee e qualche poco si bagnò. La qual cosa chi a presagio, chi a riso e piacere, si come accade, la preseno; tuttavia entrato in Napoli, prima al tempio, poi a la visitazione de la regina con molta grazia e onorevol pompa si condusse.


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Compendio de le istorie del Regno di Napoli
di Pandolfo Collenuccio
pagine 444

   





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