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Celebrate le feste di Natale in Ortona, Sforza a' tre dí di gennaro si mosse con le bandiere per seguitare l'impresa contra Braccio, e nel passare de la Pescara a la foce, volendo aiutare un ragazzo il quale era in pericolo de l'acqua, il cavallo sopra il quale era, chiamato Scalzanaca (per altramente ottimo corsiero) mancandoli il fondo da li piedi di drieto, per il corrente de l'acqua calò in un subito e tirollo sotto; e non essendo da alcuno soccorso, annegò né mai piú fu veduto, avendo visso anni cinquantaquattro.
Francesco suo figliuolo di anni ventitre, che mentre Sforza col resto de la compagnia passava, faceva fatto d'arme con alcuni cavalli bracceschi che erano nel castel de la Pescara, destramente spiccatosi, ripassò subito il fiume e ridusse in Ortona la compagnia, de la quale una buona parte di quelli che non erano sforzeschi si partirno; andò poi dappo' alcuni dí ad Aversa a visitare la regina e offerirsi a' suoi servizi. La regina molto volontieri il vide e li rifermò tutti li stati e condizioni del padre: in memoria del quale volse che tutti quelli de la casa sua in perpetuo si cognominassino Sforza appresso il proprio suo nome, il che sempre poi si è osservato. Ordinò dappo' questo che andasse a Benevento a mettersi in punto, ove li faria dar denari con intenzione che andasse poi a campo a Napoli, ove Filippo duca di Milano, collegato de la regina, aveva ancor lui a mandare al medesimo effetto potente aiuto per mare.
In questo mezzo l'armata de' genovesi di dodici navi grosse e ventidue galee, de le quali quattro ne aveva armate il re Luigi, e quattro brigantini con molti altri legni, de la quale era ammiraglio Guido Torello mantuano per il duca, partita da Genova aveva recuperato Gaeta per la regina e andavasi a Napoli.
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