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Stette in Lombardia Renato tre mesi con li suoi, e senza aver fatto alcuna memorabil prova di loro, senza alcuna cagione per un subito appetito si partí di Italia, lasciando nome di impetuosa e instabile nazione e inutile a grandi imprese.
Partito Renato, e giá stracche le parti de la guerra, e non senza carico de' cristiani essendo stata l'anno innanzi occupata da' turchi la cittá di Constantinopoli, per un frate Simone da Camerino de l'ordine de li eremitani di Sant'Augustino, domestico del duca, uomo non di molta dottrina ma di molta caritá, la pace tra fiorentini, veneziani e duca di Milano tacitamente fu conclusa, senza partecipazione e saputa di Alfonso, a' dí 9 di aprile 1454. Alfonso però, come quello che piú la utilitá e piacere de li amici, che li vani onori estimava, ancor che in sul principio monstrasse qualche poca indignazione per non esser stato al trattato di tal pace richiesto, nondimeno non molto poi la confermò e Fernando suo figliuolo con l'esercito fece di Toscana nel reame tornare.
L'anno sequente poi Nicolò pontefice mandò il cardinale di Fermo legato, e con lui veneziani, duca di Milano e fiorentini mandorono degnissime legazioni a Napoli per concludere general lega d'Italia; cosí a la presenza del re Alfonso e con sua autoritá, la pace di nuovo fu confermata e lega generale per venticinque anni conclusa. Da la quale ad instanza del re rimaseno esclusi genovesi, Sigismondo Malatesta, Astore da Faenza, e volse per capitoli poterli punire e che niuno dei collegati li potesse soccorrere: i genovesi, perché pretendeva non avessino servata la pace; Sigismondo, perché avuti denari e condotto con mille e ottocento cavalli e seicento fanti, mandato in Toscana, si rebellò e condussesi co' fiorentini; Astore, perché mandato contra Parma (come è detto), fuggendosi col soldo a casa si ridusse.
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