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Di questo Fernando adunque, prima che al regno di Aragona fusse promosso, e di Bianca contessa di Albucherche, figliuola di Sanzio suo consobrino nato per retta linea regale, nascette Alfonso primogenito, del quale scrivemo, e li altri suoi fratelli, de li quali al suo loco avemo fatto menzione. Ebbe dappoi la morte del padre (il quale pochi anni regnò) il regno di Aragona e di Valenza, di Sicilia, di Sardegna e di Maiorica e poi di Napoli, nel modo che avemo detto. Fu di statura mediocre, di corpo asciutto e leggiadro di volto, piú presso al color pallido che bruno, di occhi lustranti e lieto aspetto; il naso ebbe alquanto rilevato in mezzo e alquanto aquilino, sí come a li re, secondo la opinione de' persiani, pare che convenga, li capelli aveva negri per natura e portavali corti sí, che l'orecchie non passavano. Era nel parlare breve, conciso, terso e sentenzioso: le sue risposte piacevoli, graziose e acute, avendo sempre molto rispetto a non lasciar partire alcuno da la sua presenza mal contento, in tanto che se di alcuna cosa era richiesto, che a lui non paresse doverla concedere, piú presto qualche dilazione interponeva, che apertamente negasse.
Fu religiosissimo, e circa il divin culto e le cerimonie e rappresentazioni cristiane assiduo e diligente, non pretermettendo cosa alcuna che a l'ornato e frequenza del sacrificio pertinesse, e a quello in tanto attento stava, che una volta movendosi per un gran terremoto pericolosissimamente il tempio nel quale lui a la messa si trovava, fuggendo ogni uomo la ruina, lui stette immobile; e volendo il sacerdote per paura levarsi da l'altare, lo fece star forte e volse che 'l sacrificio continuasse.
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