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      Onde poi dimandato per qual cagione in tanto pericolo la sua persona non si era mossa, gravemente rispose quella sentenza di Salomone nel suo Ecclesiaste: Corda regum in manu Dei sunt. Ebbe ancora per usanza accompagnare umilmente e con gran reverenza a piede la Eucaristia in qualunque loco ei si trovasse, che per la terra la fusse portata. Fu temperato nel vivere, e massimamente circa l'uso del vino, il quale o non beveva o con molta acqua domava. Amava la bellezza, la quale lui diceva esser argomento di buoni costumi, sí come il fiore č argomento del frutto, niuna iniuria per questo a' la debita modestia facendo. Liberalissimo fu in donare, facendo profusissime spese, in modo che, sentendo un dí ricordare che Tito imperatore era usato di dire che quel dí che non aveva donato qualche cosa, li pareva averlo perduto, Alfonso ringraziň Dio, dicendo che per questo capo mai aveva un dí de la sua vita perduto. Grandissima magnificenza di onoranze e di spese usava inverso li principi e le legazioni che a la sua corte andavano. Mal volontieri dava sentenza di morte di uomini, et essendo giustissimo, mai di sangue umano si dilettň: li uomini flagiziosi e scellerati e malandrini, avendoli in sommo odio, a li ministri di giustizia e propri magistrati lasciava, i quali con tanto rigore al suo tempo la giustizia servarono, che per tutto il regno, contra la corruttela de' tempi passati, securissimamente e le persone e le' robbe passavano. Era ne le battaglie aspro e terribile, ma finita la pugna o la vittoria, mitissimo e umano, d'ogni iniuria dimenticato, come se mai stata non fusse.


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Compendio de le istorie del Regno di Napoli
di Pandolfo Collenuccio
pagine 444

   





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