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Ma poi la morte di Alfonso, sí come accade ne le corti, e pare sia comune stile de' successori, Fernando in molte occorrenze aveva dimonstrato non averlo in quella estimazione che 'l meritava e ne la quale da Alfonso suo padre era tenuto, trattandolo male di denari e suoi stipendi, né li osservando cosa che li avesse promesso: e tra le altre cose, sopportando che Alfonso d'Avalos, ovvero don Alonso, molto ineguale di condizione a lui, volesse non che equipararsi, ma attentasse di volerli essere superiore, per la qual cosa non ben contento, né in concordia con Alonso si stava in Puglia. Successe che mentre stava in questa mala contentezza di animo, Borso suo fratello, signore allora di Ferrara e grandissimo partigiano de' francesi, occultamente lo strinse ad accostarsi a la parte angioina. Ercule sentendosi abbondare di ragioni contra Fernando, commosso poi da le esortazioni e stimoli di Borso, il quale, benché non fusse legittimo e li usurpasse lo stato di Ferrara a lui giá molt'anni prima debito, nondimeno avea in non piccolo rispetto, seguitando con prudenza il tempo, deliberò al tutto levarsi. Per la qual cosa uscito di Foggia con tutti li suoi, che circa seicento cavalli esser potevano, convocati tutti li uomini d'arme, li fece intendere non poter piú sopportare li portamenti di Fernando contra di lui, e per questo aver deliberato pigliare altro partito a li fatti suoi, per la qual cosa li significava esser ben contento che qualunque di loro non volesse seguitarlo andasse con buona grazia e licenza ove li paresse; se alcuni altri erano, che lo volessino seguitare, li accettaria di buona voglia: confortandoli ad esser valentuomini e portarsi virilmente, ché mai li mancaria.
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