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Alexandro rimandò un'altra volta, certificandolo che la vittoria era sua; per il che el re Ferdinando mandò alcune squadre, le quale intrando dalla parte di sopra del fossato, con tant'animo assaltorno li angioini, che furono constretti a fuggirsene sino appresso a Troia: dove seguitati dal re Ferdinando, tra tutti dui li exerciti fu reiterata la battaglia, la quale essendo longo tempo mantenuta, li angioini al meglio che potetterno si recuperorno in Troia. Onde le gente del re Ferdinando, parendoli avere la vittoria in mano, molti de angioini che non potetterno intrare e li cariaggi disordinatamente comenciorno a depredare. Questo vedendo Giacobo Picinino uscí fuori, et el disordinato exercito aragonese assaltò, e molti de li soi che erano presi recuperò e riscosse; ma sopravenendo el re Ferdinando e Roberto Sanseverino un'altra volta fu costretto a ritornarsi dentro. Durò questo fatto d'arme da l'ora XIII sino alla XVIII cum grandissimo danno de angioini.
Gioanne duca d'Angiò e Giacobo Picinino dapoi tanta rotta alla guardia di Troia lasciorno Gioanne Cossa, e la notte andorno a Luceria et indi a Visigli, dov'era el principe di Taranto, et el re Ferdinando dapoi dui giorni andò a Troia: onde li troiani cum el mezo de Alexandro Sforza per non darse in mano de' catelani se reseno ad Ippolita Sforzesca figliola del duca de Milano Francesco Sforza e nuora del re Ferdinando. Il quale duca de Milano, poi che ebbe intesa tanta vittoria, cum ogni industria se ingegnava de reconciliare li baroni del regno al re Ferdinando e li signori del reame che seguitavano li angioini, e per alcuni lui intrò fideiussore e molti ne reconciliò al re.
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