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Ferdinando re di Napoli l'anno 1463, sollicitato per littere dal summo pontifice e dal duca Francesco Sforza, radunato l'exercito, non lontano da Capua se puose, e poi entrando nel paese di Sessa, prese alcune castelle, e diede el guasto a Teano; et Alexandro Sforza cum sue gente anḍ in Abruzzo contra a Giacobo Picinino. Dipoi el re Ferdinando tagliate le biade intṛ nella pianura di Sessa: onde Martino duca di Sessa, cum le sue copie che non molto lontano alloggiavano impaurito ritorṇ in Sessa. Gioanne duca d'Angị era in Abruzzo cum Giacobo Picinino: temendo che Martino duca di Sessa non si voltasse anḍ a trovarlo e certificollo che l'armata presto verrebbe da Marsilia e da Genoa cum gente e pecunia, e che farebbe fare la tregua e comporrebbe le cose del reame; per il che quel principe alcuni giorni stette sospeso de accordarsi cum el re Ferdinando. Ma poi che Alexandro Sforza venne in Abruzzo, si sforzava de tirare Giacobo Picenino al piano, ma lui a loco securo sempre si riduceva; finalmente vedendose in cattivo loco, manḍ ad Alexandro Sforza che trattasse l'accordio tra el re Ferdinando e lui. Il che parendo utile a fare, Giacobo Picenino amico al re venne cum queste condizione: prima, che Giacobo Picenino sia condutto cum cento e diece milia ducati, quali ne l'anno sequente gli pagasse el papa e colligati, pur che obedisse al re Ferdinando; e che lui avesse Sermona, cum l'altre terre de suo patrimonio. Le quale condizione approbate dal re Ferdinando, Alexandro Sforza anḍ in quel de l'Aquila e constrinse li aquilani a ritornare alla devozione del re Ferdinando, et el simile fece ancora el duca di Sessa: il che vedendo Gioanne duca d'Angị, come abbandonato del tutto e da tutti, se n'anḍ ne l'isola de Ischia, et ivi aspettava l'armata de Marsilia.
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