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Non pare che Annibale aderisse a tale desiderio, forse pel fatto che il manoscritto, che egli aveva consegnato a un amanuense passato da Ferrara a Lucca, non era piú in quel tempo presso di lui. Il modo col quale questo testo, ormai perduto, è designato (" ... la storia integra de Napoli con li altri arbori de li parentati de' Re di Franza, che m'è detto haueti ... ")15, fa pensare che esso possa essere appunto l'originale autografo da cui deriva il codice estense. È certo invece che l'editio princeps del 1539 deriva da un altro manoscritto, non si sa in qual modo né per qual via venuto tra le mani dell'editore veneziano, e le cui tracce si hanno nell'indicazione posta in fondo all'opera a c. 204 dell'edizione stessa: "Et infino a qui si trova scritto dell'historia di Napoli del presente Autore".
Perché il lettore conosca di quanta utilitá ci sia stato il codice modenese, sempre pronto ad offrirci la lezione genuina in confronto a quella, spesso ridevolmente spropositata, delle edizz. antiche, riporto ancora qualcuno dei punti piú sopra indicati, con altri che scelgo a caso:
EDIZIONI DEL PRIMO GRUPPOCODICE ESTENSE
(c. 14b) E poi nel sino Adriatico Rasato, el Gargano, a l'incontro di Varrano quattro che sono de le Isole Diomedee, hoggi detta Tremito, quale sono piccole.
(p. 10) E poi nel seno Adriatico, passato il Gargano, a l'incontro di Varano, quattro che sono de le isole di Diomede, oggi dette Tremito, quali sono piccole.
(c. 50b) Ma infirmandosi poi Vinigisio el quale trattò amorevolmente confortandolo a riassumere.
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