Potendo quegli esempi su tutto il regno, si arresero al general Vetzeel gli Abruzzi, che il duca d'Atri vanamente incitava alla guerra; ed indi a poco la fortezza di Pescara: la sola Gaeta, rinforzata delle galere del duca di Tursi, faceva mostra di resistere lungamente.
Stretta di assedio che il conte Daun dirigeva, e aperta, non finito il settembre, una breccia, gli assalitori vi montavano, e gli assediati andavano fuggendo in mal ordine dietro un argine alzato giorni innanzi per compenso de' rotti muri: la debilità del luogo, la paura de' difensori, l'impero degli assalti, la fortuna portando i Tedeschi oltre la fossa e la trinciera, entrarono nella costernata città e vi fecero stragi e rapine. L'Ascalona e pochi altri riparati nella piccola torre di Orlando, la cederono il dì seguente per solo patto di vita, e vennero a Napoli prigioni; erano tra i più chiari, oltre il viceré, il duca di Bisaccia e 'l principe di Cellamare, uomini poco innanzi autorevoli e primi nel regno, valorosi nelle battaglie, nobilissimi di sangue, favoriti sempre dalla fortuna; oggi avviliti e prigioni di barbaro straniero. La plebe, dietro quella misera turba di cattivi, offendeva l'Ascalona rammentando le esercitate crudeltà nella congiura di Macchia; e, più spietata e codarda, volgeva le ingiurie a' due nobili napoletani che soli o tra pochi mantennero nelle sventure la giurata fede a Filippo. Il dominio di Cesare si stabilì nel regno; e chiamato in Germania il conte di Martiniz, restò viceré il conte Daun.
VII. Subito. attese a ricuperare le fortezze (dette Presìdi) della Toscana, che soldati spagnuoli guardavano. Al general Vetzeel, colà spedito con buona schiera, si renderono santo Stefano ed Orbitello: indi, per più gravi travagli di guerra, Porto Longone; e finalmente, nel 1712, Portércole.
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