Erano speranze di quella impresa vincere i cesarei oltre il Reno, cacciarli di Lombardia, conquistar le Sicilie: "le quali, alzate a regno libero (scriveva la madre al figlio), saran tue. Va dunque, e vinci; la più bella corona d'Italia ti attende".
Era Carlo in quell'età (17 anni) che più possono le ambizioni innocenti: figlio di re proclive alla guerra e di regina insaziabile d'imperi e di grandezze, avido di maggior signoria che i ducati di Toscana e di Parma, aiutato all'impresa, ma copertamente, da papa Clemente XII, non dubitava delle sue ragioni sopra le Sicilie per lo antico dominio de' re di Spagna, e 'l più recente del padre; impietosiva de' popoli siciliani, che nella reggia di Filippo si dicevano più del vero travagliati dal Governo di Cesare. Perciò ragioni, religione, pietà, proprio interesse lo spingevano a quella impresa. Il buono ingegno, ch'ebbe nascendo, gli era stato tarpato dagli errori della corte: aveva per natura cuor buono, senno maggiore dell'età, sentimento di giustizia e di carità verso i soggetti, temperanza, desiderio di grandezza, cortesia nei discorsi: piacevole di viso, robusto e grande di persona, inclinato agli esercizi di forza ed alle arti della milizia.
XX. Mentre le schiere spagnuole si adunavano ne' campi di Siena e di Arezzo, ed il naviglio di Spagna trasportava soldati, cavalli, artiglierie, l'infante convocò in Parma i generali più illustri per fermare i consiglio alla spedizione di Napoli. Poscia, nominata una Reggenza, e promulgate le ordinanze per buon Governo di quegli Stati, si partì secondato da' voti del popolo e da tutte le specie della felicità. Rivide Firenze, visitò a cadente ed ultimo gran duca mediceo Gian Gastone, traversò Siena ed Arezzo, rassegnò in Perugia, nel marzo di quell'anno 1734, tutte le forze che gli obbedivano; sedicimila fanti e cinquemila cavalieri, genti de' regni della Spagna, di Italia e di Francia; le reggeva in guerra Montemar; e militavano, fra i più chiari, un duca di Bervik del sangue dei re britanni, il conte di Marsillac francese, molti grandi della Spagna, e 'l duca d'Eboli, il principe Caracciolo Torella, don Niccolò di Sangro, napoletani.
| |
Reno Lombardia Sicilie Italia Carlo Toscana Parma Clemente XII Sicilie Spagna Filippo Governo Cesare Siena Arezzo Spagna Parma Napoli Reggenza Governo Stati Firenze Gian Gastone Siena Arezzo Perugia Spagna Italia Francia Montemar Bervik Marsillac Spagna Eboli Caracciolo Torella Niccolò Sangro
|