Era viceré Giulio Visconti, e comandava le milizie il conte Traun; i quali non potendo dissimulare il pericolo, sperarono di attenuarne gli effetti, palesandolo: il viceré con editto bandi la guerra; e convocando nella reggia gli Eletti delle piazze, rivelō del nemico le speranze, i mezzi, il disegno; quindi il disegno, i mezzi, le speranze proprie; le fortezze munite, i Presėdi poderosi, le schiere attese da Sicilia, schiere maggior da Alemagna, un esercito di ventimila imperiali guidati dall'animoso maresciallo Mercy alle spalle dell'oste spagnuola, l'amore de' popoli per Cesare, gli aiuti divini per giusta causa: e poi pregava gli Eletti operassero col Governo, accrescendo l'annona, mantenendo fida la plebe, pagando al fisco il promesso donativo di ducati seicentomila. Furono le risposte umili, confidenti; e, come č costume de' rappresentanti di popolo scontento, promettitrici nei pericoli presenti di soccorsi lontani.
Altro consiglio convocō il viceré per la guerra. Differivano le opinioni del conte di Traun e del generale Caraffa, napoletano agli stipendi di Cesare. Voleva il Traun spartire le milizie nelle fortezze, obbligare il nemico a molti assedi, e, contrastando per parti di esercito e per luoghi divisi, allungare la guerra e aspettare gli aiuti di Alemagna. Voleva pių animosamente il Caraffa menomare i Presėdi di Pescara, Capua, Gaeta, Sant'Elmo; vuotare ed abbattere le altre fortezze o castelli, comporre esercito che bastasse a fronteggiare il nemico, ed aspettare il tempo de' soccorsi volteggiando all'aperto e scansando le diffinitive battaglie, se non quando per argomenti di guerra fosse certa la vittoria. Vinse il parere del Traun: presidiate copiosamente le fortezze, i castelli, alzato campo forte per trinciere e batterie nelle strette di Mignano, pregato a Cesare di sollecitare i soccorsi.
| |
Giulio Visconti Traun Eletti Presėdi Sicilia Alemagna Mercy Cesare Eletti Governo Traun Caraffa Cesare Traun Alemagna Caraffa Presėdi Pescara Capua Gaeta Sant'Elmo Traun Mignano Cesare
|