Pagina (37/963)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      I presìdi de' quattro castelli furono prigioni: poche morti soffrì l'esercito spagnuolo e poco danno, ricompensato largamente dalle abbondanti provvigioni quivi trovate e dalle valide artiglierie, che subito volse agli assedi delle maggiori fortezze. Cotesti castelli, quando furono edificati, utili secondo il tempo, avevano le condizioni convenienti alle armi di quella antichità, ed alla scienza comune di guerra. Oggi sono a perdita d'uomini e di provvigioni, cittadelle contro del popolo, ricovero ed ardire alla tirannide. Ingrandire il piccolo castello di Santelmo tanto che alloggiasse forte presidio di tremila soldati, e demolire i tre castelli della città, sol che restassero batterie difenditrici del porto, sarà il senno di futuro Governo, quando, in altra età, i reggitori di Napoli non temeranno le ribellioni, guardati da leggi, giustizia e discipline.
      XXIV. Resa libera la città di ogni segno del passato dominio, l'infante, il 10 di maggio, vi si portò con pompa regia, tra esultanze straordinarie del popolo, però ch'erano grandi le universali speranze, e 'l tesoriere spargeva nelle vie della città monete in copia di argento e d'oro. Egli entrava nel mattino per la porta Capuana; ma, volendo prima a Dio rendere grazie de' successi, scese nella chiesa suburbana di San Francesco, e restò in quel monistero di frati sino alle quattro ore dopo il mezzodì: quando, montato sopra destriero, con abiti e gioielli ricchissimi, venne in città, e furono prime cure sue visitare il duomo, ricevere dalla mano del cardinal Pignatelli la ecclesiastica benedizione, assistere divotamente alle sacre usate cerimonie, e fregiar la statua di San Gennaro con preziosa collana di rubini e diamanti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





Santelmo Governo Napoli Capuana Dio San Francesco Pignatelli San Gennaro