Il duca Montemar, chiamato alla guerra di Lombardia, parti di Sicilia, lasciando per le sue veci il marchese di Grazia Reale. Caddero indi a poco la cittadella di Messina (era caduto il forte Gonzaga) e le fortezze di Siracusa e di Trapani. Nulla fu memorabile in quegli assedi per arte né per valore: due soli fatti nella espugnazione di Siracúsa attestano la semplicità de' tempi. Ferveva l'assedio; il generale della fortezza, bramando un giorno di tregua per ristaurare nell'interno le trincere e rinfrancare i soldati, mandò allo Spagnuolo dicendo: - Il generale Orsini, ammirato delle arti e della eccellenza spagnuola nel condurre gli assedi, aver brama di vedere, per istudio, le opere loro; dimandarne il permesso. Se gliel concederete, sospenderemo le offese per quel poco d'ora che il generale sarà fuori della fortezza. - Que' detti lusingarono l'alterezza spagnuola, tanto che la prudenza mancò; e, fatta tregua, l'Orsini, uscito, vide e lodò la grandezza delle opere; poi convitato dal generale contrario, lodandolo e rallegrandolo, protrasse la dimora fino alla notte. Ricominciate le offese, continuavano ne' seguenti giorni: una bomba dei campo spagnuolo, caduta e fermatasi nella stanza dove il generale Orsini riposato desinava, fu cagione che, vista imminente la morte, egli in animo votasse alla santa protettrice della città, se dal pericolo campava, rendere la fortezza. La bomba non iscoppiò; la fortezza fu resa. L'ultimo della guerra fu in Trapani. E poiché le ròcche de' Presìdi della Toscana erano passate alle armi di Spagna, la conquista de' due regni, al cominciare del luglio del 1735, fu compiuta. Nelle descritte guerre, molti Napoletani e Siciliani seguirono le parti di Cesare o di Carlo, gli uni agli altri nemici; miseria di genti serve, divise di interessi e di voglie.
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