Raro avviene nelle numerose adunanze la uniformità dei voti, e più raro che qualche sentenza vile o timida non trovi chi la dica e chi la secondi. La guerra era meno dannosa della pace; lo starsi ozioso aspettando gli eventi era certa servitù della Spagna o dell'Impero: e frattanto le opinioni del congresso pendevano per non so quale religiosa osservanza della neutralità; e 'l buon Carlo, per amor di quiete, aspettando favori dal tempo e dalla sorte, irresoluto ed incerto sperdeva i giorni. Quando lettere di Filippo e -di Elisabetta, suoi genitori, rimproveratolo di quella incertezza e tardanza, numerati i pericoli, mostrato ad esempio l'animo dell'Infante Filippo nelle ostinate guerre di Lombardia, ricordate le geste della casa, lo incitavano all'armi ed alla, guerra. E allora Carlo, rimosse le dubbiezze, né più attesi i paurosi consigli del duca Montallegre - cortigiano piacevole nella reggia, sennato e valente ai negozi di pace, non atto e non inchinato alle milizie, buon consigliero nella quiete, pessimo ne' pericoli de' regni - adunò e mosse le schiere, prima promulgando un editto che diceva:
La neutralità promessa all'Inghilterra offendeva gl'interessi della mia Casa, gli affetti della mia famiglia, il bene del mio popolo, il debito e la dignità di re, ed io la promisi per evitare all'amata ed allora sprovvista città il bombardamento e i danni minacciati da un'armata inglese venuta nel golfo e nel porto improvvisamente nemica. Ma comunque acerba quella promessa, e comunque data, perché di re, fu mantenuta: rivocai l'esercito combattente sul Po; gli eserciti di mio padre, menomati di quello aiuto, pericolarono: i porti furono chiusi alle navi spagnuole, il commercio impedito, negati i soccorsi, e per la opposta parte tutto concesso alla bandiera dell'Inghilterra.
| |
Spagna Impero Carlo Filippo Elisabetta Infante Filippo Lombardia Carlo Montallegre Inghilterra Casa Inghilterra
|