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      Mercede a tanti danni e dolori, ricompensa di tanta fede, poderoso esercito tedesco secondato da navi inglesi, fingendo d'inseguire poche schiere spagnuole, sta per valicare il Tronto, portar guerra negli Stati di Napoli, e, se vincesse, scacciarne il re. La neutralità è dunque rotta, e rotta per essi. Io, con le forze dei miei regni, con la giustizia della nostra causa, e co' soccorsi che prego da Dio, andrò a confondere quegl'iniqui disegni
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      Il re medesimo volea guidare in Abruzzo ventimila soldati per unirli a que' di Spagna, costituire una Reggenza per Governo dello Stato, ricoverare in Gaeta la giovine sposa e la bambina di poco nata. Pubblicati gli editi e gli apparati, fu grande spavento e dolore nel popolo: cinque Eletti della città, mentre la moltitudine stava mesta ed affollata nella piazza della reggia, pregarono a Carlo non disertasse il regal palagio del nome de' Borboni; lasciasse la regina e la Infanta alla fede del popolo, custoditrice più valida che i muri di Gaeta. Ma quegli, riferite le grazie, non mutò consiglio, dicendo che in aperta città il solo timore di nemico assalto, e lo zelo medesimo delle guardie e de' cittadini farebbero pericolo a donna incinta. Confidava nella fedeltà universale; e tanto che in quel giorno farebbe liberi tutti quei tristi e miseri tenuti prigioni per delitti di inconfidenza, partigiani di que' Tedeschi ch'egli andava a combattere con l'armi. Usano i re tiranni imprigionare nei pericoli fino gl'innocenti: Carlo libera i rei. Le quali magnanimità divolgate produssero nel popolo tanto amore e tanto zelo che pareva famiglia, non Stato. La nobiltà, dopo di aver manifestato il suo disdegno all'editto della imperatrice regina, perché osava tentare la sua fedeltà, con foglio scritto e per deputati rinovò a Carlo i giuramenti: i rappresentanti della città, dando al re trecentomila ducati per sostegno della guerra, promisero vettovaglie quante bisognassero agli eserciti, finché la guerra durava: e la plebe a crocchi, a moltitudini, andava gridando per la città voci ed auguri di felicità e di onore.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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