E quando i vigili o i fuggenti abbiano destata l'oste nemica, i nostri facendo subita mutazione, con grida, incendii, distruzioni e spavento, non lascino agli assalti né tempo né consiglio. Una mano più eletta entri in casa dei re, e lo prenda; vadano gli altri ai campi, a' parchi, distruggendo e fugando. Schiere nostre maggiori assaltino al tempo stesso il destro lato delle nemiche linee; i rimanenti si tengan pronti a' soccorsi o alla vittoria. Se va felice l'impresa, noi compiremo in una notte i travagli della guerra: se manca, tornando alle trinciere, saremo al dì seguente, come oggi siamo, presti agli eventi ed a' consigli. Questo io volgeva in mente (bramoso di vendetta) da quel giorno in cui perdemmo l'Artemisio; oggi lo propongo a voi: risolvete.
Tutti applaudirono; gli uni, come forti, gli altri per apparire. Furono assegnate le parti: a' generali Novati e Broun, assalire con seimila soldati la sinistra del campo; al generale Lobkowitz, con novemila, là diritta; al generale maggiore del campo, tenere in armi e pronte le rimanenti forze: i segni, i motti di riconoscenza e d'incontro furon fermati. Giunge la notte del 10 all'l1 di agosto, che in sé chiudeva i destini del regno; e partono con le preparate colonne (pena la morte a chi alzasse grido, voce o romor d'armi) Novati e Lobkowitz: il resto dell'esercito sta vegliante: Novati arriva, entra nel campo di Velletri, uccide, opprime, e inavvertito prosiegue. Un reggimento irlandese, militante per la Spagna, poco indietro accampato, è sorpreso, in parte ucciso, ma quel che rimane, destatosi, combatte: il romor della pugna e i fuggitivi avvisano il campo, e allora gli Alemanni, udendo i tamburi de' nemici e le trombe sonare all'arme, si manifestano con le grida, e, com'era già comandato, fracassano, ardono, abbattono una porta (quella chiamata di Napoli), entrano e corrono la città. Appena l'alba chiariva il cielo.
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