Carlo, che in casa Ginetti dormiva, è desto dalle guardie: si cuopre in fretta di vesti, cinge la spada, e, per gli orti della casa, riparasi nel campo dei Cappuccini. Fuggono il duca di Modena, l'ambasciatore di Francia, il conte Mariani sopra cavallo (però che giaceva in letto d'infermità), il duca d'Atri, nudo, tra gl'incendi della casa: tutto è scompiglio in quella prim'ora. I paesani, piangenti, pregano pietà dal vincitore, che, spietato, gli uccide e ruba. Molti soldati della nostra parte combattono dalle finestre, dai tetti; altri si accolgono in qualche piazza della città, e, facendo mano, resistono; altri con l'armi aprono un varco: molte particolari o sventure o virtù restano ignote: cade moribondo, combattendo tra' primi, Niccolò Sanseverino, fratello al principe di Bisignano: il colonnello Macdonal, chiaro nelle passate guerre, montato sopra un cavallo, grande egli stesso della persona, fermatosi nella piazza maggiore della città, alzato il braccio e la spada, grida ai soldati, che disordinatamente fuggivano: - Compagni, a me; unitevi, seguitemi. - E, in questo dire, una palla di archibugio tedesco troncò di lui la vita, a comando e l'esempio. Altri uffiziali maggiori, altri capitani, tutti da prodi, morirono: ma infine, per tante morti, prigionia e fughe, la città rimase deserta de' nostri, in potere al nemico.
XLVI Lobkowitz, avvisato da' segni e dal romore di guerra dei venturosi assalti dei Novati, attacca il monte Artemisio e lo espugna; poscia il secondo e 'l terzo campo, e li fuga: combatteva la fortuna cogli Alemanni. Ma Carlo nel monte de' Cappuccini, schierando in fretta i soldati e passandoli a rassegna, va tra le file dicendo: - Ricordate il vostro re e la vostra virtù: se voi sarete costanti all'onore ed all'obbedienza, vinceremo.
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