La buona fama che egli ebbe gli derivò dalle resistenze a' pontefici; dallo scuotere la feudalità, dall'onesto vivere, da' piacevoli costumi; e sopra tutto dalla lunga pace del regno, benigna velatrice degli errori de' governanti.
I vizi del Terzo Stato passarono nel Governo, e divennero artifiziata natura del popolo; quindi leggi dispotiche, finte paci, promesse menzognere, e certo gergo di argomenti o parole sostituito alle sentenze immutabili del dovere e della giustizia. Sono dottrine curiali que' trattati nulli perché di necessità; que' giuramenti mancati perché non assentiti dalla coscienza; que' patti concordati co' soggetti e non tenuti perché il re non patteggia co' vassalli; quel chiamare occupazione la conquista, ribellione quella che fu legittima obbedienza de' popoli: e le tante altre sovversioni del vero e del giusto udite e patite a' di nostri. E qui, anticipando i tempi, accennerò com'anche per fatti susseguenti si manifesti la verità del mio discorso. Dall'anno 1806 al 1845, per le buone leggi de' due re francesi e le divise proprietà della Chiesa e de' feudi, crescendo il Terzo Stato dei nuovi possidenti, l'autorità de' curiali minorò. E dopo quel tempo i moti della nazione napoletana hanno secondato i meglio appresi interessi del popolo, che sono: sicurtà de' possessi e delle persone, leggi, consulte pubbliche, adunanze nazionali, stabilità del presente, guarentigia dell'avvenire. Questi medesimi, ora che scrivo, desideri segreti e sfortunati, saranno, col maturare del tempo, manifesti e felici; se non so quale rivoltamento politico non cangia in altro il Terzo Stato del regno. Ritorno alla storia di Carlo.
LIX. A' tempi del quale i curiali, non appieno esperti delle nuove loro forze, arrecavano piccolo e non avvertito danno.
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