Nessun deposito fu scoperto, però che tutti i magazzini erano stati innanzi vuotati dal popolo, nessun uomo restò punito perché non mai vero il monopolio: quelle provvidenze valsero a palesare la stultizia del Governo, e accrescere nella plebe la disperazione e il disordine. S'ignora quanti morissero di fame, e quanti ne' tumulti; gli uni e gli altri non computati per negligenza, o non palesati per senno del Governo. Finalmente, saputa ne' mercati stranieri la fame di Napoli, vennero con gara di celerità molte barche di grano, e la penuria cessò. Allora nuova prammatica sciolse i contratti "della carestia", riducendo a prezzi bassi ed a condizioni prescritte le cose innanzi pattovite per comune volontà e interesse; ed altra prammaticà rimise le colpe (furti, spogli, omicidii) commesse per causa di penuria. Tutte le dottrine di Stato, tutte le giustizie furono conculcate.
Né i riferiti avvenimenti ammaestrarono la Reggenza: per lo contrario, divenuta più timida, accrebbe negli anni seguenti le provvigioni dell'annona , vietò l'uscita a' prodotti nativi del regno, doppiò la povertà. E però i cittadini, migrando a stuoli non che a famiglie, fecero necessario nell'aprile del 1766 che il Governo li ritenesse per leggi e pene.
CAPO SECONDO
Il re, divenuto maggiore, governa il regno
VII. Il 12 di gennaio del 1767 uscì di minore il re Ferdinando, tacitamente, però che nessuno atto di Governo, né cerimonia nella reggia, né festa nella città celebrò quel giorno: i reggenti divennero consiglieri o ministri; la sostanza o l'aspetto del politico reggimento non mutò. E poiché per le cose dette sono assai note le condizioni domestiche del regno, importa discorrere brevemente le esteriori.
| |
Governo Governo Napoli Stato Reggenza Governo Ferdinando Governo
|