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      Seguivano altre ordinanze per accertare il popolo che i beni dei gesuiti, comunque incamerati, anderebbero in opere di pietą e giovamento comune; che i debiti di quei frati, le limosine, i pesi, e opere meritorie, sarebbero mantenuti; che si provvederebbe al mancato servizio delle chiese; e dalle scuole riordinate uscirebbe pił vasto e sapiente il pubblico insegnamento.
      Non fu noto quante ricchezze incamerasse la finanza, perché il Governo pose studio a non palesarle; ma gią quei frati, forse intesi e certamente sospettosi di loro sventura, avevano involate molte cose preziose per valore di materia o eccellenza di arte. Le opinioni su la cacciata de' gesuiti furono varie; apportando mestizia a' balordi ed agli ipocriti, contentezza a' sapienti, incuriositą alle moltitudini; ne godevano gli altri frati e cherici per insita malevolenza o invidia alle passate felicitą e grandezze de' gesuiti; il ministro Tanucci ne fu allegro; il re indifferente, ma l'animo giovanile si educava alle opere ardimentose verso la Chiesa, e a tener separate nella coscienza l'umiltą cristiana e l'alterezza di re.
      Per molti mesi fu dato adempimento alle promesse; e poi che i fatti ebbero mostrata la fedeltą del Governo, comparve altro editto, che, ad onore del re, qui trascrivo.
      Dalle nostre cure paterne, dopo la giusta e necessaria espulsione da' nostri domģni della Compagnia che dicevasi di Gesł (spiegando noi e commutando, con quella sovrana potestą che riconosciamo dirittamente da Dio, la volontą di coloro i quali, nel lasciare i loro beni alla Compagnia suddetta, intesero destinarli all'utilitą spirituale dei loro concittadini, per mezzo di quelle opere che la medesima professava di fare), sono nate le pubbliche scuole e i collegi gratuiti per educare la gioventł povera nella pietą e nelle lettere; i conservatori per alimentare ed ammaestrare ne' mestieri gli orfani e le orfane della povera plebe; i reclusori per i poveri invalidi o per i validi vagabondi, che, togliendosi all'ozio ond'erano gravosi e perniciosi allo Stato, si rendono utili con istruirsi delle arti necessarie alla societą; il sollievo alle comunitą col rilascio delle annue prestazioni che facevano agli espulsi per le scuole; l'aiuto alle genti di campagna con la divisione dei vasti territori a piccoli censi; il soccorso alle persone oneste e bisognose con le fisse quotidiane limosine; e le tante altre opere pubbliche, fatte o che si van disponendo dopo le prime del culto divino e degli esercizi della religione.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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