La caduta del Tanucci afforzò nelle opinioni de' sudditi e ne' consigli dello Stato la potenza della regina: la quale, nella valida età di 25 anni, avventurosa di molti figli, bella, superba per natura e per grandezza di sua casa, poté di facile assoggettare il marito, solamente inteso a' corporali diletti. Mutò le relazioni straniere, rompendo i legami con la Spagna, ed inchinando più all'Inghilterra che alla Francia. Per opera di lei fu ministro in luogo del Tanucci il marchese della Sambuca, ambasciatore gradito alla corte di Vienna. 19 quale venuto in Napoli secondo le voglie di lei, onorevoli; perché, ad esempio dei fratelli bramando ancor essa il plauso de' sapienti, attendeva a riformare in meglio il reame. Divenuta così la speranza de' grandi, degli ambiziosi, degli onesti, del popolo, sentì la sua possanza e ne fu lieta.
La politica nuova faceva il regnante più libero e più altiero; ma più all'ombra di re stranieri e potenti, bisognava ch'ei provvedesse alle proprie sorti: reame invidiato e ricco, scemo qual era di esercito e di armata, rimaneva esposto ai pericoli della prima guerra; estese marine non avevano difesa, e ormai vasto commercio riposava su la fede cangiante dei trattati e le fallaci promesse de' Barbareschi. Bisognavano vascelli e milizia, ma non trovando fra i soggetti chi sapesse abbastanza di cose militari, piaceva cercare tra gli Austriaci un generale di esercito, e altrove un ammiraglio che non fosse Spagnuolo né Francese. Tali cose agitavano ne' privati circoli della regina uomini alti di autorità e d'ingegno; ammessi, chi per afforzare il segreto voto di lei nel consiglio del re o proporlo come fosse loro proprio, e chi per dar corso e credito agli editti ed alle opere del Governo.
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