L'artiglieria, per le cure del Pommereul, era la meglio composta, ma nascente; gli arsenali, le armerìe non bastanti; l'amministrazione pessima; le fortezze cadenti; le tradizioni, le memorie, gli usi di guerra, nessuni. Il navilio era ordinato: tre vascelli, più fregate, altri legni minori, insieme trenta; diretto e maneggiato da uffiziali, parecchi buoni, qualcuni ottimi, e da marinari destri ed arditi.
La finanza, stretta già da dieci anni, e più angustiata per le spese del tremuoto della Calabria, per due viaggi fastosi de' principi, e per tre maritaggi della Casa, stentava, non che a' bisogni della guerra, al mantenimento pacifico dello Stato. Né poteva migliorare, da che le gravezze antiche premevano appena i ricchi, troppo i poveri; e dalle nuove andrebbero sicuri i primi per privilegi e possanza, i secondi per impotenza. Quindi le arti poche, minori le industrie, il commercio povero e servo; l'agricoltura, favorita dal cielo, trattenuta dalla ignoranza de' tempi, smagrita dalle male regole del Governo; tutte le vene delle private ricchezze, rivoli del tesoro pubblico, aduste o scarse.
La Sicilia, che obbediva e fruttava allo stesso re, e non era meno che quarta parte del reame, poco valeva per uomini e per tributi, negando i soldati, e disperdendo le imposte fra gl'intricati giri della finanza e della Corte.
XLI. Sopra tali uomini e tali cose regnava Ferdinando IV fiacco d'animo e di mente, inesperto al governo de' popoli, propenso a' comodi ed a' piaceri, spassionato di gloria e di regno, e perciò inchinevole a vita torpida e allegra. La regina, che più del re governava, pativa diversi affetti; nata di Maria Teresa, cresciuta nella reggia austriaca tra le sollecitudini di lunghe guerre, sorella di Antonietta regina di Francia, sorella di due Cesari (Giuseppe e Leopoldo) gloriosi, vaga di ugual rinomanza, avida di vendetta, superba, ardimentosa più che femmina.
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