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      Quale spettacolo al mondo! veder la reggia de' re di Francia assediata e presa, non da genti nemiche in buona guerra, ma da sudditi sollevati per foga di libertà, ed arse le immagini e le insegne di re potenti e rispettati. E fuggir tra le fiamme il re, poi la regina, portante in braccio il piccolo delfino, e la principessa Elisabetta, traendo tenera infanta figliuola del re, senza corteggio, a fronte china per il dolore e per celare le lagrime a' riguardanti. Affretto la fine de' racconti. Andò la regal famiglia prigioniera al Luxembourg, quindi al Tempio; lo Stato, senza ordini certi, si governava per fazioni; il generale La Fayette, dopo di aver resistito agl'impeti nuovi di sfrenata libertà, dichiarato nemico della patria, disobbedito dalle schiere, fuggì nel Belgio, e dagli Austriaci fu chiuso in carcere. Altri sostenitori della prima libertà, venuti a sospetto de' nuovi, fuggirono minacciati di morte, avvegnaché ad essi erano succeduti Danton, Marat, Robespierre ed altre furie che ne' civili sconvolgimenti scaturisce lezzo plebeo. Dumouriez, tornato in favore perché nemico al nemico del popolo La Fayette, reggeva, incontro a centotrentaduemila Alemanni, oste francese che numerava centoventi migliaia di soldati spartiti sopra lunghe frontiere, e per le infermate religioni ritrosi e contumaci all'obbedienza. La fortuna secondava l'armi alemanne; cadde la fortezza di Longwy, poco appresso Verdun; esercito austriaco stava incontro alle fortezze del nord; sessantamila Prussiani e torme di emigrati camminavano sopra Parigi. Tra le quali agitazioni, e timori e sospetti di popolo, si eseguirono tali e tante atrocità nella Francia, che di non esserne il narratore io ringrazio la sorte.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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