Il cittadino Makau, intimato dal Governo di Napoli a partire, perché ambasciatore di potentato nemico, viste salpar le flotte per Tolone, senza dichiarazione o cartello alla sua repubblica, mosse sdegnato verso Francia conducendo seco le due donne Basville, orbate miseramente dal popolo di Roma di Ugo Basville, padre dell'una, marito all'altra, meste, abbrunate; incitamenti alla pietà e alla vendetta. Intanto navigavano per Tolone le milizie napoletane sotto l'impero del maresciallo Fortiguerri, e dei generali De Gambs e Pignatelli; e, là giunte, obbedivano al generale O-Hara, spagnuolo, capitano supremo in quella guerra. Venivano a stormi dai paesi della Francia le milizie della repubblica, e dall'opposta parte crescevano i munimenti e le opere della fortezza; il servizio d'armi facevasi dai collegati per ugual giro; e i Napoletani, non mai da meno delle altre genti, ebbero ventura di miglior fama sul monte Faraone, e nel difendere il forte Malbousquette. Stavano nella città da quattro mesi, e non pareva cominciato l'assedio, benché il combattere fosse continuo; quando a' 17 del dicembre in giro in giro si smascherarono fuochi ed assalti; più vivi e pertinaci al posto detto il Caire, munito di argine e cannoni, tanto che dagl'Inglesi, creduto inespugnabile, ebbe nome di "nuova Gibilterra". Ma Napoleone Buonaparte, che allora faceva le prime armi da tenente colonnello e comandante delle artiglierie nello assedio, aveva disposti gli assalti così che in breve tempo ottomila bombe cadessero sopra piccolo spazio, e trenta pezzi da ventiquattro guastassero e spianassero i ripari. In meno di due giorni, e propriamente nella notte dal 18 al 19 del dicembre, l'altiera Gibilterra fu espugnata, e vòlte a' collegati le artiglierie che la guardavano da' Francesi.
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