Correrò con podereso esercito ad esterminarli; ma frattanto si armino i popoli, soccorrano la religione, difendano il re e padre che cimenta la vita, pronto a sacrificarla per conservare a' suoi sudditi gli altari, la roba, l'onore delle donne, il viver libero. Rammentino l'antico valore. Chiunque fuggisse dalle bandiere o dagli attruppamenti a masse, andrebbe punito come ribelle a noi, nemico alla Chiesa ed allo Stato".
Fu quello editto quanto voce di Dio; i popoli si armano; i preti, i frati, i più potenti delle città e de' villaggi li menano alla guerra; e dove manca superiorità di condizione, il più ardito è capo. I soldati fuggitivi, a quelle viste fatti vergognosi, unisconsi a' volontari; le partite, piccole in sul nascere, tosto ingrandiscono, e in pochi dì sono masse e multitudini. Le quali, concitate da scambievoli discorsi e dalla speranza di bottino, cominciano le imprese; non hanno regole se non combattere, non hanno scopo fuorché distruggere; secondano il capo, non gli obbediscono; seguono gli esempi, non i comandi. Le prime opere furono atroci per uccisione di soldati francesi rimasti soli perché infermi o stanchi, e per tradimenti nelle vie o nelle case; calpestando le ragioni di guerra, di umanità e di ospizio. Poco appresso, inanimiti da' primi successi, pigliarono la città di Teramo, quindi il ponte fortificato sul Tronto, e, slogati i battelli che lo componevano impedirono il passaggio ad altre schiere; mentre in Terra di Lavoro torme volontarie adunate a Sessa, correndo il Garigliano, bruciato il ponte di legno, si impadronirono di quasi tutte le artiglierie di riserva dell'esercito francese, poste a parco su la sponda; e poi, trasportando il facile, distruggendo il resto, uccidendo le guardie, desertavano quel paese.
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