I Francesi, tornando agli assalti, tentarono passare il fiume a Caiazzo, guardato da un reggimento di cavalleria sotto il duca di Roccaromana. Respinti e perdenti nello intero giorno, viste le sorprese non bastevoli al desiderio, mutato consiglio, disposero espugnar la fortezza con il lento cammino dell'assedio. Avean perduto negli assalti di Capua e di Caiazzo quattrocento soldati, metà morti e feriti, cento prigioni; il generale Mathieu ebbe il braccio spezzato da mitraglia, il generale Boisgerard fu morto, il colonnello Darnaud prigioniero. E dalla nostra parte, cento soli più feriti che morti; e tra i feriti, il colonnello Roccaromana.
Giunti in quel mezzo dagli Abruzzi i generali Duhesme e Lemoine, riferirono i sostenuti travagli e gl'impedimenti e gli agguati, la nessuna fede degli abitanti, le morti de' Francesi troppe e spietate; il generale Duhesme portava ancor vive due ferite sul corpo; e narrando le maggiori crudeltà, citava i nomi spaventevoli di Pronio e di Rodio. E poi che il generale Championnet v'ebbe aggiunto la storia de' tumulti e de' fatti popolari di Terra di Lavoro, e ricordato i nomi già conti per atrocità di Fra Diavolo e di Mammone, viddero i generali francesi (adunati a consiglio nella città di Venafro) stare essi in mezzo a guerra nuova ed orrenda, essere stato miracolo di fortuna la viltà de' comandanti delle cedute fortezze; e non avere altro scampo per lo esercito che a tenerlo unito, e per colpi celeri e portentosi debellar le forze e l'animo del popolo. - Sia quindi nostra prima impresa, conchiudeva il supremo duce di Francia, espugnar Capua in pochi dì; le schiere, le armi, le macchine di assedio si dispongano a campo in questo giorno intorno alla fortezza.
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