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      La tregua è rotta perché voi mancaste a' patti. Noi dimani procederemo contro la città. - E, ciò detto, gli accomiatò. Stavano al campo, seguaci e guida dell'esercito, parecchi Napoletani, che, parlando a' legati con detti lusinghieri di libertà, avute risposte audaci, e gli uni e gli altri infiammati da sdegno di parte, si minacciarono di esterminio. I legati riportarono al Senato quelle acerbe conferenze, che di bocca in bocca si sparsero nella città, infestissime alla quiete. Alcuni preti e frati, settari del cadente Governo, vista la Casa dei Borboni fuggita, il vicario cacciato e 'l Senato della città dettar leggi senza il nome del re, andavano tra la plebe suscitando gli antichi affetti; rammentavano il detto della regina: - Solamente il popolo esser fedele, tutti i gentiluomini del regno giacobini; - spargevano quindi sospetti sopra Moliterno, Roccaromana, gli Eletti, i nobili; consigliavano tumulti, spoglio di case, ed eccidi. Così ridèste le sopite furie, i popolani, la vegnente notte, atterrate le forche, sconoscendo l'autorità di Roccaromana e di Moliterno, crearono capi due del popolo, nominati, uno il Paggio, piccolo mercatante di farina, l'altro il Pazzo, cognome datogli per giovanili sfrenatezze, servo di vinaio, entrambo audaci e dissoluti.
      La prima luce del 15 gennaio del 1799 palesò i nuovi pericoli, che subito si avverarono, imperciocché torme numerose di lazzari andarono contro i Francesi; altre sguernivano delle artiglierie i castelli e gli arsenali; ed altre più feroci correvano la città rubando ed uccidendo. E fatta sicura la ribalderia, que' frati e preti medesimi con abiti sacri, nelle piazze, nelle chiese accendevano con la parola chiamata di Dio il furore civile.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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