Avvegnaché simulando, prima gli assalti, poi la fuga, spostò da quelle forti posizioni gl'incauti difensori, che, giunti al piano, furono facilmente sconfitti, come genti spicciolate, da schiera in ordinanza. Pure quattrocento Francesi caddero morti o feriti, ed in assai maggior numero della opposta parte; la legione Broussier, superata la stretta, univasi all'esercito, e quasi spensierata procedeva quando vidde e combatté e vinse truppa di lazzari, che, volteggiando, come dotta in guerra, dietro al monte Vesuvio, sorprendeva opportunamente le stanze del generale Duhesme, e le pigliava, essendo in numero quanto mille contra dieci.
Adunato l'esercito francese, ventiduemila soldati, fu disposto in quattro colonne; delle quali una si dirigeva sotto il generale Dufresse a Capodimonte, altra sotto il generale Duhesme alla porta detta Capuana, la terza sotto il generale Kellermann al bastione del Carmine, e la quarta sotto Broussier stava in riserva. Napoli non ha bastioni, o cinta di muri, o porte chiuse; ma la difendevano popolo immenso, case l'una all'altra addossate, fanatismo di fede, odio a' Francesi. Era il giorno 20. Il generale Duhesme avanzò più degli altri; e il suo antiguardo, guidato dal generale Monnier, scacciate molte bande di lazzari, presi alcuni cannoni, entrò la porta Capuana per mettersi a campo nella piazza dello stesso nome. Subito in giro in giro, dalle case preparate a combattere per feritoie ne' muri, e per cammini coperti, partono a migliaia i colpi di archibugio, ed i Francesi ne sono uccisi o feriti; cadde moribondo il generale Monnier, cadono i più arditi, non si vede nemico, a nulla puote arte o valore; sì che, abbandonato l'infausto luogo, traggonsi addietro.
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