Poi, numerando i falli e le ingiustizie del re fuggitivo, rammentavano le involate ricchezze, i vascelli bruciati per lasciar le marine senza difesa da' nemici e da' pirati, la guerra mossa e fuggita, concitate le armi civili e disertate, nessun ordine per lo avvenire, il popolo abbandonato al ferro dei nemici stranieri e delle discordie domestiche. I quali ricordi veri e vicini afforzavano gli argomenti e la eloquenza di libertà: voce gradita a' cuori umani, sorgente ed istinto di allegrezza. Vi fu dunque gioia piena, universale, manifesta.
Nel qual tempo fu bandito editto del generale Championnet, che, a nome e per la potenza della repubblica francese, volendo usare le ragioni della conquista in pro del popolo, dichiarava che lo Stato di Napoli si ordinerebbe a repubblica indipendente; che un'assemblea di cittadini, intesa a comporre il novello statuto, abbrevierete lo stento che apportano le nuove leggi; e per questo pubblico reggerebbe il Governo con libere forme; e ch'egli, per la potestà che gli davano il grado e la felicità nelle armi, aveva nominato le persone che, assembrate in quel medesimo giorno nell'edifizio di s. Lorenzo, riceverebbero dal suo decreto e dal suo labbro l'autorità di Governo. Erano i nominati venticinque, che uniti si appellavano Governo provvisorio, diviso in sei parti, detti comitati, i quali prendevano il nome dagli uffizii, Centrale, dello Interno, della Guerra, della Finanza, della Giustizia e Polizia e della Legislazione. Quindi andò con pompa militare, accompagnato da gente infinita e festosa, in san Lorenzo, casa di onorate memorie per la città; e nella gran sala, dove già stavano i governanti, egli da seggio nobilissimo così parlò: - Cittadini! voi reggerete la repubblica napoletana temporaneamente; il Governo stabile sarà eletto dal popolo.
| |
Championnet Stato Napoli Governo Governo Governo Centrale Interno Guerra Finanza Giustizia Polizia Legislazione Lorenzo Governo Lorenzo
|